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sabato 6 maggio 2017

Matteo, Capitolo 6, Versetti 17-18



Tu invece, quando digiuni, ungiti il capo e lavati la faccia, affinché non appaia agli uomini che tu digiuni, ma al Padre tuo, che è nel segreto, e il Padre tuo che vede nel segreto ti ricompenserà.

Girolamo: Gesù parla secondo l’usanza della provincia della Palestina, dove nei giorni di festa si è soliti ungere il capo. Comanda dunque che quando digiuniamo ci mostriamo lieti e gioviali.

Crisostomo: L’interpretazione di queste parole è semplice ed è per associazione che dobbiamo comprendere questo come ciò che precede, come se dicesse: devi essere così lontano dall’ostentazione del tuo digiuno che, se fosse possibile (cosa che però non insegna), sarebbe meglio, al contrario, avere in viso i segni dei banchetti e del lusso.

Crisostomo: Spiritualmente per faccia dell’anima si intende la coscienza. Come infatti al cospetto degli uomini è gradevole una faccia bella, così al cospetto di Dio è bella una coscienza pura. Queste facce gli ipocriti, che digiunano per gli uomini, le sfigurano, volendo ingannare Dio e gli uomini: infatti è sempre ferita la coscienza che pecca. Se dunque togli la malvagità dalla tua anima, hai lavato la tua coscienza, e digiuni bene.

Leone: Il digiuno infatti deve essere compiuto non solo con la moderazione dei cibi, ma soprattutto con la privazione dei vizi. Infatti, poiché questa mortificazione è fatta per diminuire il focolaio dei desideri carnali, il taglio che soprattutto deve operare la mortificazione è quello di essere sobri quanto all’ingiusta volontà e digiuni quanto alle disoneste azioni; e questa deviazione non esclude gli inabili, poiché anche in corpo debole si può trovare l’integrità dell’anima.

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