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domenica 15 gennaio 2017

Matteo, Capitolo 4, Versetti 1-2



Allora Gesù fu condotto nel deserto dallo Spirito Santo per essere tentato dal diavolo; e avendo digiunato per quaranta giorni e quaranta notti, dopo ebbe fame.

Crisostomo: Se dunque dopo il battesimo sostieni delle più grandi tentazioni, non turbarti: infatti hai ricevuto le armi non per cadere, ma per combattere. Per questo Dio non ti ha liberato dalla tentazione: primo, perché tu impari che sei divenuto molto più forte; poi perché non ti insuperbisca per la grandezza dei doni; terzo, perché il diavolo conosca per esperienza che ti sei perfettamente allontanato da lui; quarto, perché così tu sei reso più forte; quinto, perché tu riceva un segno del tesoro che ti è stato affidato: infatti il diavolo non sarebbe sopraggiunto a tentarti se non ti avesse visto costituito in un onore più grande.

Gregorio: La tentazione avviene in tre modi: per suggestione, per compiacenza e per consenso; e quando noi siamo tentati, per lo più cadiamo nella compiacenza o nel consenso, poiché essendo stati generati dal peccato della carne, dobbiamo soffrire anche in noi le lotte; ma Dio, che incarnato nel seno della Vergine era venuto nel mondo senza peccato, non sosteneva in se stesso alcuna opposizione. Poteva dunque essere tentato per suggestione, ma il piacere del peccato non morse la sua anima; e cosi tutta quella tentazione diabolica fu esterna, non interna.

Crisostomo: Il Signore procedette contro il diavolo non come Dio, ma come uomo; meglio ancora: come Dio e come uomo. Infatti non aver fame per quaranta giorni non era dell’uomo, mentre a un certo punto aver fame non era di Dio. Per cui ebbe fame, perché non apparisse manifestamente Dio, e cosi non estinguesse nel diavolo la tentazione di tentarlo, ma impedisse la sua vittoria.

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