LibreriadelSanto.it - La prima libreria cattolica online

giovedì 29 marzo 2018

Matteo, Capitolo 12, Versetti 38-40


Allora alcuni degli Scribi e dei Farisei gli replicarono dicendo: Maestro, vogliamo vedere da te un segno. Egli rispondendo disse loro: Una generazione cattiva e adultera chiede un segno, ma non le sarà dato un segno al di fuori del segno del Profeta Giona; come infatti Giona fu nel ventre del pesce per tre giorni e tre notti, così il Figlio dell'uomo sarà nel cuore della terra per tre giorni e tre notti.

Crisostomo: Le loro parole sono piene di adulazione e di ironia. Prima lo oltraggiano dicendolo demoniaco, adesso invece lo adulano chiamandolo maestro. Per questo anche il Signore li accusa con veemenza; per cui segue: Egli rispondendo disse loro: Una generazione cattiva e adultera chiede un segno. E certamente, quando lo oltraggiavano, rispondeva con vivacità, dimostrando che era superiore a entrambe le passioni; e non è trascinato né all’ira dagli oltraggi, né alla mollezza dell’adulazione. Ciò che dice, in sostanza è questo. Che cosa c’è di strano che voi facciate questo contro di me, che vi sono sconosciuto, voi che agite nello stesso modo verso mio Padre, di cui avete una così grande scienza, e che voi abbandonate per correre ai demoni? Egli li chiama generazione malvagia perché si sono resi sempre ingrati verso i benefattori, e ricevendo il bene diventano peggiori, il che è l’estremo della perversità.

Crisostomo: Poiché faceva dei segni non per convincere quelli (sapeva infatti che erano di pietra), ma per correggere gli altri; oppure era affinché non ricevessero un segno quale era quello che chiedevano: ci fu infatti un segno per loro quando dal proprio castigo conobbero la sua potenza. Insinuando ciò in modo velato dice che non le sarà dato un segno; come se dicesse: vi ho mostrato molti benefici; nessuno di essi vi ha spinto a venerare la mia potenza, che conoscerete attraverso la punizione quando vedrete la vostra città prostrata a terra. Ma nel frattempo interpone un discorso sulla resurrezione, che conosceranno attraverso le cose che patiranno, dicendo: all’infuori del segno del Profeta Giona. Infatti la croce non sarebbe certamente stata creduta se non avesse avuto dei segni che la attestavano. Se questa non fosse stata creduta, non lo sarebbe stata nemmeno la resurrezione. Per cui richiama anche questo segno, e per farne conoscere la verità ne richiama una figura profetica; per cui segue: come Giona fu nel ventre del pesce per tre giorni e tre notti.

Rabano: Mostra che i Giudei erano colpevoli come i Niniviti, e se non avessero fatto penitenza erano prossimi alla rovina. Ma come a quelli viene fatto conoscere il castigo e mostrato il rimedio, così i Giudei non devono disperare del perdono se, almeno dopo la resurrezione di Cristo, fanno penitenza. Giona infatti, cioè colomba o dolente, è un segno di colui sopra il quale discese lo Spirito Santo in forma di colomba, e che portò i nostri dolori. Il pesce che divorò Giona nel mare significa la morte che Cristo patì nel mondo. Quello rimase tre giorni e tre notti nel ventre del pesce, e questo nel sepolcro; quello fu gettato nella spiaggia, questo risorse nella gloria.


Nessun commento:

Posta un commento

LibreriadelSanto.it - La prima libreria cattolica online