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mercoledì 28 marzo 2018

Matteo, Capitolo 12, Versetti 36-37


Ma io vi dico che di ogni parola oziosa che avranno detto gli uomini renderanno conto nel giorno del giudizio. Infatti in base alle tue parole sarai giustificato e in base alle tue parole sarai condannato.

Girolamo: Il senso è: se una parola oziosa, che in nessun modo edifica gli uditori, non è senza pericolo di colui che parla, e nel giorno del giudizio ciascuno renderà ragione delle sua parole, quanto più voi, che biasimate le opere dello Spirito Santo e dite che io scaccio i demoni nel nome di Beelzebub, renderete ragione della vostra calunnia?

Crisostomo: Non ha detto però: che avete detto voi, istruendo così insieme tutto il genere umano, e nello stesso tempo rendendo meno oneroso il suo discorso. Ora, è oziosa la parola che è menzognera, che contiene una calunnia. Alcuni però intendono anche la parola vana, quale è quella che muove a un riso disordinato, o indegno, o sfacciato. 

Gregorio: Oppure è oziosa quella parola che è priva o dell’utilità della rettitudine, o della ragione di una giusta necessità; [Girolamo]: che cioè è detta senza utilità di chi parla e di chi ascolta; se, omesse le cose serie, parliamo di cose frivole e raccontiamo vecchie dicerie. Invece chi dice cose scurrili, e scoppia in grande risate, e preferisce qualcosa di osceno, questo non sarà ritenuto colpevole di parola oziosa, ma criminosa.

Remigio [Rabano]: Ora, non c’è dubbio che ciascuno sarà condannato per le sue parole cattive; invece per le parole buone non sarà giustificato se non chi le proferisce dell’intimo del cuore e con devota intenzione.

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