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mercoledì 14 febbraio 2018

Matteo, Capitolo 10, Versetti 37-39



Chi ama il padre o la madre più di me non è degno di me, e chi ama il figlio o la figlia più di me non è degno di me, e chi non prende la propria croce e non mi segue non è degno di me. Chi trova la sua vita la perderà e chi perderà la sua vita per me la troverà.

Girolamo: Poiché prima aveva premesso (vv. 34-35): <<Nono sono venuto a portare la pace, ma la spada, e a dividere il figlio dal padre, dalla madre e dalla suocera>>, affinché uno non togliesse la pietà alla religione aggiunse: Chi ama il padre o la madre più di me non è degno di me. E nel Cantico dei Cantici leggiamo (2,4): <<Ha ordinato in me la carità>>. Questo ordine infatti è necessario in ogni affetto. Ama dopo Dio il padre o la madre o i figli. Se poi si presenterà la necessità che l’amore dei genitori o dei figli sia confrontato con l’amore di Dio, e non sia possibile salvarli entrambi, l’odio verso i propri famigliari è pietà verso Dio. Non ha proibito dunque di amare il padre o la madre, ma ha aggiunto esplicitamente: più di me.

Ilario: E chi non prende la propria croce e non mi segue non è degno di me. Coloro che sono di Cristo hanno crocifisso il loro corpo con i vizi e le concupiscenze; ed è indegno di Cristo chi non lo segue prendendo la sua croce nella quale patiamo, moriamo, siamo sepolti, risorgiamo con lui, vincendo in questo segno della fede nella novità dello spirito.

Gregorio: La parola croce viene da tormento (cruciatus), e in due modi portiamo la croce del Signore: o quando affliggiamo la carne con l’astinenza, o quando, mediante la compassione del prossimo, riteniamo nostra la sua necessità. Bisogna però sapere che vi sono alcuni i quali mostrano l’astinenza della carne non per Dio, ma per vanagloria; e vi sono alcuni che hanno compassione del prossimo non spiritualmente, ma carnalmente, spingendoli non alla virtù, ma alle colpe, con la loro falsa misericordia.

Remigio [Rabano]: Chi trova la sua vita la perderà. La parola anima non si riferisce alla sostanza, ma alla vita presente, è il senso è: chi trova la sua anima, ciò questa vita presente; vale a dire: chi desidera questa luce e il suo amore e i suoi piaceri bramando di poterli sempre trovare, li perderà, e prepara la sua anima all’eterna dannazione. 

Remigio [Rabano]: E chi perderà la sua vita (la sua anima) per me, la troverà. Vale a dire: chi in tempo di persecuzione disprezzerà per la confessione del mio nome questa luce temporale e i suoi amori e piaceri, troverà la salvezza eterna della sua anima.


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