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lunedì 27 novembre 2017

Matteo, Capitolo 7, Versetti 21-23



Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma chi che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, costui entrerà nel regno dei cieli. Molti mi diranno in quel giorno: Signore, Signore, non abbiamo profetato nel tuo nome, e scacciato demoni nel tuo nome e fatto molti miracoli nel tuo nome? Ma allora io dichiarerò ad essi: Non vi ho mai conosciuto; allontanatevi da me, voi tutti che operate l’iniquità.

Girolamo: Come in precedenza aveva detto che coloro che hanno l’abito di una buona vita non vanno accolti per la depravazione della dottrina, così adesso al contrario afferma che non bisogna prestare fede nemmeno a coloro che, pur avendo l’integrità della dottrina, la distruggono con le cattive opere: infatti ai servi di Dio sono necessari entrambe le cose, in modo che l’opera sia comprovata dal discorso, e il discorso dalle opere.

Crisostomo: Quale sia poi la volontà di Dio lo insegna il Signore stesso (Gv 6,40): <<Questa è la volontà di colui che mi ha mandato, che chiunque vede il Figlio e crede in lui, abbia la vita eterna>>. Ora, la parola della fede riguarda sia la confessione che l’atto. Chi dunque non confessa o non si comporta secondo la parola di Cristo non entrerà nel regno dei cieli.

Crisostomo: Molti mi diranno in quel giorno, quando cioè verrà nella maestà del Padre suo; quando nessuno oserà difendere la menzogna o contraddire la verità con la loquacità dei discorsi; quando parleranno le opere di ciascuno e le loro bocche taceranno; allora tutti tremeranno, e nessuno oserà intervenire per un altro. In questo giudizio i testimoni non saranno gli uomini adulatori, ma gli Angeli pieni di verità; e il giudice, il Signore pieno di giustizia. Questa parola, Signore, Signore, sottolinea perfettamente gli accenti del timore e le angosce della sofferenza. Dire una sola volta Signore non basta a colui che è stretto dalla necessità del timore.

Crisostomo: Considera che dicono: nel nome, non: nello spirito; profetano infatti nel nome di Cristo ma nello spirito del diavolo, quali sono gli indovini. Ma così si distinguono: poiché il diavolo talvolta dice cose false, lo Spirito Santo invece mai. Fu però concesso anche al diavolo di dire talvolta cose vere, per dare valore alla sua menzogna con una verità rada. Scacciano però i demoni nel nome di Cristo avendo lo spirito del nemico; infatti i maghi non scacciano, ma sembra che scaccino in combutta con i demoni. Fanno anche dei miracoli, ma non utili e necessari, bensì inutili e vani.

Crisostomo: Una grande ira deve essere proceduta da una ampia dilazione, che rende più giusto il giudizio di Dio, e più degna la fine dei peccatori. Bisogna sapere però che Dio non conosce i peccatori poiché essi non sono degni di essere conosciuti da Dio; non nel senso che non li conosca in alcun modo, ma perché non li riconosce come suoi. Dio infatti conosce naturalmente tutti, ma sembra che non li conosca poiché non li ama; come anche non sembra che riconoscano Dio quelli che non gli danno il culto dovuto.

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